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Lo spazio e le sue leggi : gli astri e lo zodiaco
E' una bella prigione , il mondo.
Shakespeare , Amleto

Era impossibile che l’arte figurativa non esprimesse col proprio linguaggio una concezione dello spazio e degli astri così esteticamente affascinante e così simbolicamente pregnante come lo zodiaco. Lo zodiaco, o ruota della vita, è una immaginaria rappresentazione di gruppi di stelle in forme simboliche e nomi determinati collocati sul perimetro di una circonferenza corrispondente all’anno solare. In base a questa collocazione, la nascita di un essere umano in un periodo determinato, comporta l’influenza di queste costellazioni, secondo il periodo della loro collocazione e questa teoria viene comunemente chiamata astrologia. La stessa etimologia della parola anno, dal latino annus, cerchio, circolo, rappresenta appieno la caratteristica simbolica primordiale della circolarità del tempo. Mentre la parola zodiaco deriva da zoon, animale e diacos, ruota, in ossequio all’antica iconografia dei segni che prevedeva esclusivamente figure di animali.


Un capolavoro assoluto dell’Arte Egizia: lo Zodiaco di Denderah

L’esempio più famoso di ruota zodiacale, che peraltro non poco ha influenzato le successive trattazioni del tema, è lo zodiaco ritrovato all’interno del Tempio della dea Hathor, a Denderah. Il Tempio di Denderah, oggi visitabile, copre un'area di circa 40.000 m² ed è interamente circondato da un muro di mattoni a secco. Il complesso ospita cappelle, santuari ed un lago sacro oltre ad una chiesa cristiana ed a due mammisi (luoghi della rinascita). Benché le attuali strutture risalgano al periodo tolemaico-romano vi sono prove dell'utilizzo del sito fin dal periodo detto regno antico. Le più antiche strutture potrebbero risalire al regno di Pepi I ( circa 2250 a.C. mentre sono evidenti i resti di un tempio eretto durante la XVIII dinastia. L'inizio della costruzione del tempio attuale risale invece al regno di Nectanebo II (360 a.C.- 343 a.C.), ultimo sovrano di origine egizia ad aver regnato sulle Due Terre ed il suo completamento avvenne durante la dominazione di Roma anche se, con ogni probabilità le strutture erette vennero del tutto modificate durante il regno di Tolomeo XII. Infatti una iscrizione, scoperta nel 1975, celebra la cerimononia del tendere la corda, ossia di tracciare le fondamenta di un nuovo edificio, nel 27° anno di regno del sovrano, anno che dovrebbe corrispondere al 54 a.C.; la stessa iscrizione ricorda il completamento del tempio nel 9° anno dell'imperatore Augusto, 21 a.C.. Lo zodiaco, visibile a rilievo, rappresenta, in modo non esatto in senso moderno, il cielo come era conosciuto dagli antichi egizi. (78) Le controversie vertono soprattutto sulla datazione della rappresentazione. Joseph Fourier, che esaminò lo zodiaco nel 1800, lo datò al 2500 a.C. basandosi sulla situazione astronomica rappresentata. Jean-François Champollion decifrò nel rilievo i nomi degli imperatori romani Tiberio, Nerone, Claudio e Domiziano attribuendo così la data di erezione del tempio all'ultimo periodo della storia dell'antico Egitto. La, già citata, iscrizione sulle date di erezione dell'attuale tempio conferma l'ipotesi di Champollion. Recenti studi hanno rilevato come la datazione di Fourier fosse esatta per quanto riguarda la concezione del cielo: lo zodiaco di Dendera riproduce abbastanza fedelmente zodiaci mesopotamici risalenti appunto al III millennio a.C.. Alcuni fautori delle teorie misteriche riguardo alla civiltà egizia affermano che analizzando attraverso sistemi computerizzati i dati ricavabili dallo zodiaco di Dendera questo dovrebbe risalire almeno al 4500 a.C., ossia prima della nascita della civiltà egizia. Lo Zodiaco di Dendera dà una piccola idea dell'aspetto astronomico della Valle del Nilo, dell'astrologia, dell'agricoltura e della creazione del calendario. Il cerchio interno si compone di figure che muovono in senso orario la cassa dell'orologio proprio come le stelle, mostrando i segni astrologici dello zodiaco che circondano il Polo Nord, simboleggiato dalla divinità Anpu. Le figure del cerchio esterno rappresentano i 36 decani (settimane di dieci giorni) dell'anno egiziano. Così si aveva un cerchio (36° x 10 = 360 gradi). Le dodici figure fuori dal cerchio rappresentano i 12 mesi dell'anno e le loro braccia, le 24 ore del giorno. E’ stato in questo modo che i 12 segni dello zodiaco che regolava l'agricoltura sono stati creati. Ogni segno fu associato ad un decano che fu chiamato "Guardiano delle ore". L'ora "della parola" deriva dalla divinità Heru o Horus. Così i segni dello zodiaco erano anche "i Guardiani di Heru/Horus" da cui trae origine la parola "Oroscopo". Lo zodiaco egizio, nella colorazione originaria, era probabilmente configurato col tipico accostamento di colore di quella civiltà, e cioè blue francia per il cielo ed oro per le stelle, colori poi ripresi dalla massoneria nei primi tre gradi. (79) Per quanto attenga alla collocazione dei segni la leggenda che alleghiamo ne consente la esatta identificazione, (80) e parimenti è possibile per la collocazione dei pianeti. (81)



Lo zodiaco nel Rinascimento

Non vogliamo in questa sede riprodurre le opere d’arte aventi per oggetto gli oroscopi dei Signori del Rinascimento, il più famoso è l’affresco dell’Oroscopo Chigi. Ciò non per ostilità nei confronti dell’astrologia, a tale proposito ci farebbe piacere ricordare ai più acerrimi e polemici censori, ad esempio l’astrofisica Margherita Hack, che il buon Galileo Galilei sbarcò il lunario facendo oroscopi, e che successivamente Cellario ne fece alcuni tranquillamente impostati sulla teoria eliocentrica invece che su quella tolemaica, ma perché le opere d’arte aventi tale oggetto, per la rigida impostazione che ne è conseguita, difficilmente presentano peculiarità degne di nota. Sarà invece interessante notare i casi in cui è evidente l’influsso dell’impostazione egizia, filtrata dalla contaminazione greco-alessandrina dell’età imperiale. A tale riguardo, un esempio evidente è “L’emisfero zodiacale settentrionale” stupenda miniatura contenuta nella “Miscellanea Astronomica” del XV secolo, custodita nella Biblioteca Apostolica Vaticana. (82) La collocazione e la figurazione dei segni, per la maggior parte figure di animali, è assolutamente parallela a quella dello Zodiaco di Denderah ed i pianeti sono disegnati come esseri umani in movimento pariteticamente con l’opera d’arte egizia. Quindi, visti dalle stelle, gli animali sono finalmente più importanti degli esseri umani.



L’Uomo è un Cielo?

Infine l’arte figurativa affronta anche il simbolismo dello Zodiaco secondo il vecchio principio della corrispondenza dell’alto col basso, ed i principi di Ermete Trusmegisto: Verum, sine mendacio certum et uerissimum, quod est inferius, est sicut quod est superius, et quod est superius, est sicut quod est inferius: ad perpetranda miracula rei unius. Era inevitabile quindi che l’uomo diventasse un piccolo cosmo all’interno del quale collocare astri e costellazioni. Ad esempio possiamo ammirare “L’Uomo Anatomico” dei F.lli Limbourg, una miniatura del 1416 circa, contenuta ne “Le très riches heures du duc de Berry” conservato al Musée Condé a Chantilly. (83) La figura raffigurata è un essere androgino, completo delle polarità cosmiche raffigurate dal sole (il maschile, il fuoco) e dalla luna (il femminile, l’acqua). Tale immagine, l’uomo zodiacale, trae origine nella medicina astrologica, teorizzata da Marco Manilio, il codificatore dell’astrologia del I secolo d.C., che tradusse nella cultura classica il concetto di filosofia esoterica di provenienza zoroastrica del primo uomo creato come speculum dell’universo. Questo schema apparve per la prima volta nell’Astronomicon, il più antico trattato latino sull’Astrologia, il cui autore, appunto il romano Marco Manilio (I sec. a.C.), riprendeva anche concetti nati dalla cultura egiziana, in special modo di quella relativa al ‘Nuovo Impero’, dinastie XVIII-XXVI, circa 1580-525 a.C. Questo era lo schema del Manilio rispecchiato poi nell’opera in questione:


ARIETE Testa
TORO Gola
GEMELLI Spalle
CANCRO Petto
LEONE Cuore
VERGINE Addome inferiore
BILANCIA Regione lombare
SCORPIONE Genitali
SAGITTARIO Cosce
CAPRICORNO Ginocchia
ACQUARIO Polpacci e Caviglie
PESCI Piedi



Ma se l’arroganza dei costruttore della Torre di Babele ritorna ad essere antica sapienza e saggezza, allora torna la grazia di Dio tra gli uomini. Nella navata centrale i costruttori dell’Arca di Noè realizzano l’alleanza con Dio rappresentati nei tre gradi della vera iniziazione, tra i massoni moderni, denominati apprendisti, compagni d’arte, maestri. (63) E la salvezza si compie: possiamo così vedere raffigurate la salita degli animali sull’arca di Noè e la fine del diluvio universale rappresentato dalla colomba che si avvicina all’imbarcazione portando nel becco un rametto di ulivo. Quindi il popolo salvato deve custodire l’alleanza con Dio, la grazia, la shekinah della cabala ebraica, ed a tale riguardo torna la simbologia costruttoria: nel Presbiterio possiamo vedere il re Salomone, costruttore del Tempio dei Templi, che sposa la Regina di Saba, nelle nozze mistiche per eccellenza, quelle del Cantico dei Cantici, l’unione della Rosa di Sharon e del Giglio delle Valli, la riunificazione tra il popolo del Nord, gli Iperborei, simboleggiati dal Cigno ed il popolo del Sud, gli Atlantidei, simboleggiati dal Pellicano, l’alleanza tra Guerrieri e Scimmie del Ramayana indiano, l’epopea dell’eroe-dio Rama, che sconfigge definitivamente il male, come l’arcangelo Michele, equivalente alchemico del Rebis, nell’Apocalisse. (64-65)



Il simbolismo animale e l’Alchimia

Il simbolismo animale del mosaico ha natura e connotazione simbolica e alchemica. Ad esempio i cervi, animali ricorrenti nel mosaico, sono simbolo della luce divina che si diffonde per il creato, illuminando il cuore del fedele e distogliendolo dal peccato. (66) Nell’immagine riportata l’animale sta fronteggiando un emissario del demonio, un tapiro cornuto posto tra due serpenti uniti per la coda. Secondo il Fisiologo, il cervo avrebbe la proprietà di uccidere i serpenti con il respiro: per questo motivo è uno degli emblemi più significativi della lotta del bene (Cristo) contro il male (Satana). Nella navata destra vediamo il Leone di Giuda, il Dragone Rosso il Capro Emissario: è la serie, invertita nell’ordine perché parte dall’alto, dell’Arte Reale dell’Alchimia, Sale, Mercurio, Zolfo. (67) Poi, sempre nella navata destra vediamo le due espressioni del femminino, Sfinge e Arpia, l’equivalente delle dee indiane Shakti e Durga o Kalì, o delle dee lunari greche, Selene o Ecate. Infine, nella navata sinistra, l’Antinferno con le tre fiere ed un capro emissario, proprio come nell’inizio della Divina Commedia, particolare che ha provocato la suggestiva teoria di un contatto tra Dante ed il mosaico ed il suo autore che tutt’ora fa discutere. (68)



La Coppa degli Dei e degli Eroi

La navata Centrale è il luogo degli eroi iniziatici: prima Alessandro Magno, eroe dei mondi segreti, dall’India, all’Iran, all’Egitto, e Re Artù, ed alla sua Tavola Rotonda, resa sacra dalla spada e dal Graal. Ma a cosa voglia alludere il geniale Pantaleone appare chiaro successivamente con la raffigurazione, sempre nel Presbiterio, del Bohemet, il Bafometto, il simbolo iniziatico dei Templari, che equivocato in senso satanico, costituì una delle accuse che portò alla loro condanna. Infine, nell’Abside, l’Asino d’Oro di Apuleio si trasforma in un giovane divino, il Risorto, nella mano sinistra un bastone con tre germogli, nella destra una coppa, il Graal, che, nel suo cammino allusivo tra le pietre, farà tappa successivamente nella Cattedrale di San Nicola di Bari, ma di questo potremo trattare in un’altra occasione. (69)

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