Questa sezione della stretta concatenazione e correlazione tra gli Studi Simbolici
e l’Arte Figurativa è trattata dal sottoscritto Architetto Solfo.
Biografia dell’Arch. Quinto Ammonio Solfo
Architetto in Milano, anziano signore di piccola statura, ma di aspetto solare, con la barba ben curata, i capelli bianchi e gli occhi chiari e penetranti.
Abita in una via centrale di Milano, in un bellissimo appartamento signorile.
La famiglia possiede, da oltre quattrocento anni, un Caravaggio, non catalogato, che raffigura San Michele mentre uccide un drago.
Fu donato all’avo Primo Ammonio de’Solfi, cesellatore sublime, grande artigiano d’oreficeria, dal cardinale Ascanio Colonna, di cui era
fedele collaboratore nell’Accademia Romana e nello studio dell’alchimia.
Tutti i suoi successori si impegnarono a non distogliere mai il quadro dal patrimonio della famiglia, ed a rispettare la regola che,
ogni tre generazioni, al primogenito prosecutore della famiglia fosse posto il nome patronimico del suddetto avo, con l’unica variante
dell’ordine crescente, dal primo, al secondo, al terzo, al quarto, al quinto, per l’appunto l’architetto, essendo trascorse quindici generazioni.
Si spiega anche così il nome: Quinto, Ammonio, che era uno degli attributi di Giove, e Solfo che è la modernizzazione dell’antico titolo
di famiglia e precisa che questa composizione, essendo possibile interpretare il termine ammonio come la contrazione di a.monium e cioè antimonio, riproduce la formula di quello che gli alchimisti chiamavano lo zolfo d’oro, il pentasolfuro di antimonio.
Massone di lunga data e fraterno amico di fra’ Tommasino, amicizia nata salvando un gran numero di ebrei dalla persecuzione nazifascista, durante l’ultimo conflitto mondiale.